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LE ROSSE DI PISTOIA SONO ATTUALMENTE FUORI PRODUZIONE

Da un punto di vista tecnico le Rosse di Pistoia tentavano di riprodurre fedelmente le corde definite "Red Pistoys" da Thomas Mace, che le considera ottime per i bassi del liuto e simili alle Catlines di Bologna - ossia ben commesse e lisce anche senza levigatura - ma soprattutto caratterizzate da un bel colore rosso scuro, dovuto all'uso come pigmento del cinabro, minerale con alto peso specifico.

E' stato Mimmo Peruffo ad ipotizzare che le ottave basse dei liuti sei-settecenteschi, che presentano nell'iconografia una tipica colorazione rossa, fossero corde appesantite con cinabro o minio (entrambi pigmenti ad alto peso specifico), e che corrispondessero alle cosiddette Red Pistoys di MaceLo studioso ha tentato di dimostrare la sua ipotesi tramite il rilevamento dei ponticelli presumibilmente originali di antichi liuti, che presentano fori troppo sottili per corde basse in budello nudo adeguate.

Si condivide pertanto cautamente l'ipotesi di Peruffo relativamente ai liuti, ma non si concorda sull'estensione dell'uso di bassi appesantiti sugli strumenti ad arco, in cui compaiono solo corde di colore marrone, che non possono essere appesantite con cinabro, ma sembrerebbero essere semplicemente corde scarsamente solforate, a causa del loro spessore: del resto non si capisce perché dovrebbero essere appesantite con un materiale diverso.

In sostituzione delle Rosse di Pistoia, per i bassi di liuti (o di strumenti ad arco nel caso si senta l'esigenza di corde più sottili o dal suono più potente e pronto all'attacco) si suggerisce di impiegare le Appesantite in Rame.

 

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