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I Cantini di Napoli sono corde di straordinaria resa acustica per gli acuti, caratterizzata da un suono ricco ed espressivo.

Il segreto di tale sonorità deriva - come ho potuto constatare personalmente e grazie alla collaborazione di amici musicisti - dall'utilizzo di budelli interi, non tagliati in strisce come nel caso delle corde, fuori produzione, che ho denominato Minikins, perché il budello intero nelle corde montate sullo strumento risulta teso solo per metà, a causa della sua struttura curva (la parte interna del budello è notevolmente più corta di quella esterna alla curva), cosicché la parte meno tesa rende la corda più "aperta", non ostacolando l'oscillazione in fase di vibrazione, e rendendo pertanto il suono più morbido e ricco.

Si tiene qui a sottolineare il fatto che sono stato il primo a riproporre le corde in budello intero non spaccato secondo la pratica antica, e solo di recente (credo dal 2019 circa), un altro famoso produttore di corde mi ha seguito, vantandosi nel suo sito web di essere il riscopritore di tale uso. I miei clienti sanno bene che io ho sempre usato budello intero da molto prima, ossia da quando ho iniziato l'attività nel 2013, e quindi posso vantare una esperienza quasi decennale.

E' stato infatti grazie a importanti innovazioni attuate nel corso del 2017 che sono riuscito a perfezionare la fase di essiccazione delle corde tramite un attrezzo progettato ad hoc, in modo tale da ottenere il perfetto incollaggio dei singoli budelli ed una maggiore resistenza.

Nonostante il rigore nella selezione della materia prima e nella realizzazione della corda, non si può tuttavia garantire con certezza l'effettiva durata dei Cantini di Napoli, come del resto testimoniano moltissimi esempi iconografici in cui il violino presenta il cantino rotto (un metaforico memento mori), pertanto si consiglia l'acquisto di queste corde principalmente per registrazioni o per studio, data l'alta qualità acustica, ma si declina ogni responsabilità sull'eventuale rottura nel corso di concerti.

Ovviamente quanto detto non riguarda l'utilizzo dei Cantini di Napoli come seconde o terze corde, dato che la tensione in tale caso è nettamente inferiore e non ci sono dunque problemi di resistenza alla trazione.

Per chi volesse un cantino affidabile per durata e resistenza, oltre che di minor costo, si consiglia di utilizzare le Ritorte di Salle.

Nel caso invece che si intenda comunque utilizzare i Cantini di Napoli, si suggerisce di allentarli di un tono nei periodi in cui non si utilizza lo strumento, ed eventualmente di montarli interi sul violino, ossia non tagliati a metà, formando una matassina con la parte eccedente che esce dal pirolo, in modo da poter tirare una tratta di corda in caso di rottura, come si osserva in vari esempi iconografici (per mia esperienza la corda non si danneggia, nonostante il passaggio nel pirolo).

I Cantini di Napoli sono, come già detto, corde destinate alla nota più acuta di vari strumenti a pizzico e ad arco, in particolare a violinoviolaviola da gambaliuto, arciliuto, chitarrone o tiorba e chitarra barocca, oltre che a strumenti medioevali ed etnici.

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